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Modigliani, Soutin e gli artisti maledetti a Milano

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Modigliani, Soutin e gli artisti maledetti a Milano

A Palazzo Reale fino all’8 settembre 2013

Per la prima volta in Italia, le opere della collezione Jonas Netter

Un’occasione unica per  riscoprire il fascino bohémien di Modigliani e degli altri “artisti maledetti” del primo ’900. Una mostra ben allestita, alla scoperta di coloro che hanno contribuito alla storia dell’arte contemporanea.

Ritratto di Zborowski - 1916 ©Pinacothèque de Paris/Fabrice Gousset

Ritratto di Zborowski – 1916 ©Pinacothèque de Paris/Fabrice Gousset

 Corrado Augias commenta il percorso della mostra in un’audioguida, inclusa nel biglietto, e nel video proiettato all’interno dell’esposizione: oltre 120 le opere in mostra per ricostruire il percorso di questi artisti che vissero in un periodo affascinante della storia dell’arte nel quartiere di Montparnasse agli inizi del ‘900: Modigliani, Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e molti altri. Modigliani era sbarcato a Parigi nel 1906 sentendo che quello era il posto dove avrebbe potuto “salvare il suo sogno”. Va a vivere a Montparnasse che, in quegli anni, diventa il quartiere degli artisti; non solo pittori, ma anche scrittori, come Hemingway e Miller, intellettuali come Jarry e Cocteau, rifugiati politici come Lenin e Trockij. I luoghi di incontro sono le trattorie a buon mercato e le bettole-cantine in cui si tira tardi parlando di arte e politica e non di rado le discussioni  terminano in risse. Le condizioni di vita sono per tutti assai misere, ma è il fuoco sacro dell’arte, la consapevolezza che le loro opere stanno cambiando per sempre i canoni estetici, a dare la forza a Modigliani e compagni di andare avanti.
Se l’Impressionismo, pur avendo apportato una rivoluzione nel modo di dipingere, non usciva in fondo dai canoni del naturalismo, con i lavori di Modigliani, di Soutine, di Utrillo, l’arte diventa autonoma dal soggetto ritratto e dalle tradizioni culturali e artistiche dei paesi di provenienza dei singoli artisti, generando la prima vera rivoluzione nel mondo dell’arte e il ribaltamento dei canoni sino ad allora conosciuti.

È in questo contesto – che di lì a poco verrà definito bohémien – che, come scrive il curatore Marc Restellini: “Questi spiriti tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione. In definitiva, la loro arte non è polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale; semplicemente, è a Parigi che tutti hanno trovato i mezzi espressivi che meglio traducevano la visione, la sensualità e i sogni propri a ciascuno di loro”.
E ancora: “Quegli anni corrispondono a un periodo d’emancipazione e di fermento che ha pochi eguali nella storia dell’arte. Ovunque in Europa era in corso una rivoluzione estetica, preludio a un’evoluzione dei costumi; ed è a Parigi, ‘l’unico luogo al mondo in cui la rivolta ha il diritto di cittadinanza’, prima a Montmartre e poi a Montparnasse, che quegli artisti – tutti ebrei – si sono ritrovati per tentare la sorte”.

Ed ebreo era anche Jonas Netter, una figura importantissima per gli artisti in mostra, senza il quale molti tra loro non avrebbero avuto di che vivere e sostentarsi: il percorso espositivo mette a confronto i capolavori acquistati nell’arco della sua vita da Jonas Netter, che, affascinato dall’arte e dalla pittura, diventa un amateur illuminato e acuto riconoscitore di talenti, grazie all’incontro col mercante d’arte e poeta polacco Léopold Zborowski, anche egli ebreo.

Netter conosce Modigliani, Soutine, Utrillo ed entra in contatto con Valadon, Kisling, Krémègne, Kikoïne, Hayden, Ébiche, Antcher e Fournier. La loro produzione lo affascina e lo spinge a sostenerli generosamente e a comprare dal mercante i loro lavori: egli diventa quasi un “mecenate”, ispirato e geniale insieme tanto che, quando Modigliani è costretto a trasferirsi in Costa Azzurra a causa di problemi di salute, compra dal giovane italiano abbastanza tele da permettergli di affrontare il viaggio, durante il quale poi l’artista lavorerà intensamente.
Di Modigliani, Netter ammira l’originalità del genio creativo, ama profondamente i suoi volti femminili stilizzati su lunghi colli affusolati, come Elvire au col blanc (Elvire à la collerette) del 1917-18 e Fillette en robe jaune (Portrait de jeune femme à la collerette) del 1917, entrambi esposti insieme a Portrait de Zborowski del 1916 e Portrait de Soutine, anch’esso realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che stringono una solida amicizia, al punto che è proprio Modigliani a presentare a Netter Soutine. Di Chaim Soutine sono esposti in mostra oltre venti olii – una vera e propria mostra dentro la mostra – tra cui L’Homme au chapeau, L’Escalier rouge à Cagnes e La Folle.
Allo stesso modo Netter scopre i quadri del cosiddetto periodo bianco di Utrillo, soprattutto vedute, tra le quali in mostra Place de l’église à Montmagny, Église de banlieu e Rue Muller à Montmartre. Netter decide di proteggere questo eterno fanciullo disincantato, preda sin dall’adolescenza dei fumi dell’alcool, innamorato della madre, Suzanne Valadon, valente e originale pittrice, anche ella presente con le sue opere in mostra, come Ketty nue s’étirant o Église de Neyron. Ed è una piacevole “riscoperta” quella di Utrilla, un artista quasi del tutto emarginato, anche dai libri di storia dell’arte.

Se oggi noi ammiriamo questi lavori come capolavori assoluti dell’arte, non dobbiamo dimenticare tuttavia che all’epoca in cui videro la luce venivano considerati veri e propri obbrobri. È per questo che l’intuizione di Netter appare una vera e propria profezia, oltre che un atto coraggioso e spesso disinteressato. Poco si sapeva di quest’uomo tale era la sua discrezione. Oggi, grazie al lavoro di ricostruzione di Restellini, possiamo farci un’idea del suo volto grazie al ritratto che gli fece, riconosciuto da vecchie fotografie familiari, Kisling, anch’esso in mostra.
E la leggenda vuole che sia stato proprio Modigliani a presentare Kisling a Netter.
A causa del suo atteggiamento così discreto, di Jonas Netter non rimane nulla di personale. Tranne le opere che amò e collezionò e che anche noi oggi possiamo contemplare. Tra una riflessione e l’altra, si esce soddisfatti dalla mostra, con la voglia di andare a riscoprire qualcosa in più, quel qualcosa che si era dimenticato tra le pagine di vecchi libri e che ora riaffiora, vivo e ben presente, nella memoria.

CHI ERA MODIGLIANI

Nasce a Livorno il 12 luglio 1884 da una famiglia ebrea. La sua salute cagionevole gli impedisce di seguire corsi di studi regolari; quindi dal 1898 si dedica completamente alla pittura. Studiò a Firenze, a Venezia e, dal 1906, a Parigi.

Il suo primo maestro è Giovanni Fattori, ma guarda con interesse la pittura senese del Trecento, Simone Martini, e di Botticelli. A Venezia coglie gli splendori passati di Bisanzio e il lusso d’Oriente.

Numerosi testi, riportano che la sua ambizione era diventare scultore monumentale, ritrovare nella scultura, o almeno nella pittura (a cui dovette rassegnarsi perché riusciva più congeniale al suo fisico debole), la forza formale che deriva dalla sintesi.

Giunto a Parigi, lo coglie un amore sfrenato per l’arte egiziana. Non rimane immune dall’attenzione dell’arte nera africana. Determinante è l’incontro con lo scultore Brancusi.

Gli occhi sovente sono vuoti, appunto come quelli delle statue. I colli troppo lunghi e i seni delle donne troppo sferici, non è perché Modigliani vuole deformare la realtà che vede, ma perché la vuole nobilitare, accentuandone gli aspetti geometrici: cilindri, sfere, triangoli, ovvero le basi di un vocabolario architettonico.

Dove

Palazzo Reale
Piazza del Duomo, 12 (M1 – M3 Duomo)
20121 Milano MI
tel. 02.88 46 5230 / 02.88 44 51 81

www.mostramodigliani.it

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO

Lunedì: h. 14-30/19.30
Martedì, mercoledì, venerdì, domenica: h. 9.30-19.30 (orario continuato)
Giovedì e sabato: h. 9.30-22.30 (orario continuato)
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

Apertura straordinaria: 15 agosto – 9.30/22.30

COSTI DEL BIGLIETTO

€ 11,00 ingresso singolo intero, incluso audioguida

€ 9,50 ing. ridotto, incl. audioguida

Gruppi di almeno 15 persone da lunedì a venerdì, visitatori dai 6 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni, portatori di handicap, soci T

BIGLIETTO FAMIGLIA

1 o 2 adulti + bambini (da 6 a 14 anni) = adulto 9,50 – bambino € 6,50 (ing. incl. audioguida)

PREVENDITE

Info e prevendite al numero di telefono 02.54.918

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