RICETTE E DONNA GOURMET
Frittelle di mele
Sono cresciuta con le frittelle di mele che preparava nonna Carlotta. Per fortuna, anche mia madre ha “ereditato” la sua ricetta, davvero speciale, e l’ha passata a me, come da tradizione. Insieme tante altre della famiglia, come la torta di pane – o paesana – specialità di mia zia Gianna (sorella di mia madre), al contrario del risotto che trovavo una tortura mangiarlo, pur essendo brianzola, il risotto alla milanese proprio non lo sapeva fare. Anzi, era negata in ciascun tipo di risotto, era una spina nel fianco di chi… lo mangiava. Al contrario di mia madre e di mia nonna, il cui risotto allo zafferano aveva sempre un sapore divino. Mia nonna Carlotta sapeva rendere speciale anche una semplice zuppa di latte: metteva il latte nel piatto fondo e ci spezzettava il pane, mentre mi abbracciava. E io me lo gustavo come nettare degli Dei. Forse perché il momento del pasto, l’unico ricordo che ho di lei, era intriso di tanto amore e tenerezza.
Ricette della tradizione, dunque, ma che di famiglia in famiglia possono cambiare. E così vale per le mie frittelle di mele.
- Sgusciate le uova, separate i tuorli dagli albumi. Mescolate la farina con i tuorli, 1 cucchiaino di zucchero, il sale fino. Incorporate il latte, poco alla volta, mescolando, fino a ottenere una pastella fluida e liscia. Lasciatela riposare 30 minuti.
- Nel frattempo, lavate il limone, asciugatelo, grattugiate la scorza, spremete il succo e filtratelo. Sciacquate le mele, privatele del torsolo e tagliatele a rondelle di circa 1 cm di spessore. Bagnatele con il succo di limone perché non anneriscano.
- Scaldate abbondante olio (circa 300 ml) in una padella a bordi alti. Amalgamate gli albumi montati a neve alla pastella. Passate le fette di mela, una alla volta, nella pastella; quindi immergetele nell’olio, ben distanziate. Friggetele 2 minuti per lato, finché saranno uniformemente dorate. Sgocciolatele con un mestolo forato e trasferitele su più fogli di carta assorbente da cucina.
- Servite le frittelle di mele subito ben calde, dopo averle cosparse con lo zucchero rimasto o, a piacere, con zucchero a velo.
