AMORE & PSICHE
Stop alla violenza contro le donne
25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Oggi Cose da Donna rivolge il proprio pensiero e il sostegno a tutte le donne, sorelle, madri e amiche vittime della violenza maschile, in qualunque forma essa sia esercitata, perché sappiano riconoscere la violenza, fisica e psichica, e non si debbano nascondere. Un fenomeno, quello della violenza femminile, che ha assunto dimensioni allarmanti. In Italia, infatti, ogni anno oltre 100 donne vengono uccise per mano di un familiare.
Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con RAI, ha realizzato un video allo scopo di sensibilizzare il grande pubblico sul tema della violenza contro le donne in Italia. Lo spot ha lo scopo di pubblicizzare, inoltre, il numero di pubblica utilità 1522 Antiviolenza e Stalking, un servizio pubblico del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri istituito nel 2006 e attivo 24 ore su 24, che ha come obiettivo primario quello di fornire ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza.
La violenza, però, non è solo fisica ma anche psicologica, e quest’ultima forse è la più subdola da riconoscere e combattere. La violenza psicologica, spiega il magistrato Domenico Chindemi, è immateriale e non lascia segni visibili. Se, per esempio, stringo fortemente un braccio, non rimangono lividi o altre lesioni, per cui esercito una violenza subdola, proprio perché è invisibile, difficile da dimostrare e, di conseguenza, da denunciare.
Gli aggressori cercano persone deboli su cui esercitare la propria “forza” e aggressività: forza rigorosamente tra virgolette perché è fisica, purtroppo la stessa che ferisce e uccide materialmente. Quando accade il processo inverso, ovvero quando l’aggressore si “attacca” a donne apparentemente decise, in carriera, diventa per loro una missione distruggerle, annientarle e scardinare loro ogni punto fermo e certezza. È il caso del vampirismo psicologico: l’aggressore esercitando una violenza psicologica, priva la vittima prescelta della propria energia e di conseguenza della forza di reagire, la induce alla depressione e , man mano che riesce sempre più nel proprio intento, esso si sente più forte e “grande”. L’annientamento della vittima è un processo molto lungo ed è lo scopo della vittima.
Lo psichiatra riconosce il paranoico immediatamente. Il persecutore appare all’esterno come un agnellino, perfettamente innocuo, perché tende a ingannare e spesso dice alla sua vittima: “Guarda che la pazza sei tu!”. Un film del 1944, Angoscia mostra molto bene cosa sia la manipolazione mentale. Il titolo originale Gaslight deriva dall’espressione “gaslighting”, cioè una forma di violenza psicologica attraverso cui la vittima viene indotta a dubitare di se stessa e della propria percezione di realtà. L’aggressore attraverso una serie di manovre fisiche, tra cui il nascondere o lo spostamento di oggetti, e psicologiche, fa credere alla vittima di essere colpevole dei maltrattamenti subiti e, al tempo stesso, si mostra compassionevole nei suoi confronti. Il persecutore normalmente ripete alla vittima, come un lavaggio del cervello, di essere brutta, di essere pazza e tutta una serie di affermazioni che tendono a sminuirla.
Diciamo basta alla violenza!
Proprio oggi, un giorno prima la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si è compiuto l’ennesimo femminicidio: se ne contano 116 in Italia, solo nel 2016. Il dato ancor più sconcertante è che nella maggioranza dei casi l’assassino è un familiare o una persona con cui la vittima ha avuto una relazione.
Perché il 25 novembre?
Nel 1999 le Nazioni Unite hanno designato il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e hanno invitato tutti i governi e le organizzazioni mondiali a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema attraverso l’organizzazione di attività varie.
La data del 25 novembre fu scelta in ricordo del brutale assassinio avvenuto nella Repubblica Dominicana sotto la dittatura di Trujillo e divenuto simbolo della violenza contro le donne. Nel 1960, in questo giorno, le tre sorelle Mirabal, mentre si recavano a trovare i rispettivi mariti in prigione, furono catturate, torturate, uccise e gettate insieme alla loro auto in un burrone da agenti del servizio di informazione militare. La colpa delle tre sorelle e dei loro mariti fu quella di contrastare il regime di Trujillo, un dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per circa un trentennio.
di Susanna Sforza
